Nell’Istituto tecnico economico di Vibo Valentia si è svolta la cerimonia di assegnazione del “Premio Galileo Galilei 2019”, quest’anno conferito a Saverio Fortunato.

I lavori dell’importante cerimonia, fortemente voluta dal dirigente scolastico Genesio Modesti, sono stati introdotti dal vicepreside Giuseppe Imeneo, che ha brevemente ripercorso la storia del premio e le motivazioni di assegnazione dell’edizione 2019 a Saverio Fortunato, che sono le seguenti: “Per essere riuscito, in un territorio difficile come il nostro, a realizzare il primo corso di laurea in Italia in Scienze della mediazione linguistica indirizzo Criminologia e Intelligence”; corso di laurea giunto al secondo anno accademico e che offre un’opportunità per gli studenti che provengono un po’ da tutta Italia nella nostra città e, in primis, per i vibonesi.

Successivamente, l’intervento della docente Giusy Fortuna, che ha detto: «Il professor Fortunato coniuga radici calabresi e formazione professionale internazionale, ed è uno stimato criminologo invitato ai tavoli delle istituzioni internazionali». Ed ancora: «Lo spirito del premio è quello di esprimere il legame tra scuola e territorio». Il premiato, dal canto suo, ha ripercorso la sua lunga esperienza: corsi di aggiornamento tenuti per i docenti dell’Università e dell’Accademia di Polizia di Bucharest; il premio alla Fbi americana alla Camera dei deputati; le lezioni a Dubai su invito del ministero dell’Interno dell’Unione degli Emirati Arabi. Ospite d’eccezione, il senatore Mario Giarrusso, membro della Commissione parlamentare antimafia e docente di Diritto penale presso l’ateneo vibonese. Giarrusso ha raccontato con entusiasmo il suo non facile lavoro da parlamentare nella delicata commissione bicamerale e sul parallelismo come docente dell’Istituto di Criminologia vibonese, che «rappresenta un faro nel panorama culturale e scientifico nazionale; in Italia, chi vuole studiare seriamente la criminologia e l’intelligence, deve venire a Vibo Valentia e di questo tutti dobbiamo sentirci orgogliosi e grati».

Fonte:Ilvibonese